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lunedì 23 marzo 2020

Un altro tempo, un'altra guerra

Sono nato nel 1940.
Chi ha la mia età ha vissuto momenti di solitudine e desolazione simile a quello che stiamo vivendo ora. Allora durante la seconda guerra mondiale il "restare a casa" si chiamava coprifuoco e veniva annunciato durante il giorno da militari che dotati di megafono, a bordo di jeep, "invitavano" i cittadini a non uscire di casa durante la sera.
Durante i bombardamenti notturni, allora, non si doveva accendere la luce, che poi spesso la luce all'epoca era una candela oppure una lampada a petrolio. La luce elettrica poi non arrivava dappertutto. I cavi elettrici erano quelli sospesi su pali di legno ed erano fissati su vasetti incavi bianchi di ceramica: i vecchi isolatori. La corrente elettrica inoltre non funzionava sempre, c'era la guerra. Chi rimaneva a casa, ricordo, copriva le finestre con carte scure opache e poi chiudevano gli scuri per non far trasparire la luce interna all'esterno. Si accendevano le candele per  per avere una luce più debole per non restare al buio. La popolazione correva a ripararsi nei rifugi portandosi dietro coperte per ripararsi o per proteggere i bambini dall'umidità dei rifugi sotterranei in alcuni casi percorsi da canali d'acqua non certo igienici. Altri, i più fortunati, avevano una casa rurale, non dotata dalle comodità che abbiamo oggi. Quasi tutti i proprietari di case o casette possedevano una cantina, dove rifugiarsi dai bombardamenti quando non riuscivano a scappare nei rifugi anti aerei, perché quelle case spesso periferiche erano troppo lontane dai rifugi stessi. 
Oggi ci ritroviamo in guerra e la casa è il nostro rifugio. Il rifugio di oggi, non potendo uscire, per evitare di contagiarsi ci divide, la corsa verso il  rifugio di allora ci univa. Ci univa lungo la strada nell' andare a ripararci al suo interno dalle bombe che cadevano. Lungo la strada del ritorno verso casa, sempre uniti, ci si abbracciava per lo scampato pericolo. 
Oggi questo nemico invisibile non ce lo permette. 
Le tecnologie di cui oggi siamo dotati ci permettono di metterci in contatto con parenti amici per scambiarci solo un abbraccio virtuale. Oggi abbiamo un nemico sconosciuto e invisibile: un virus definito "COVID19" ci assale e si impadronisce del nostro corpo. Oggi per difenderci e annientare questo nemico dobbiamo rinchiuderci nelle nostre abitazioni, per non rischiare di venire contagiati. Il paradosso incredibile di questo virus e che  ci usa come veicoli destinati alla nostra stessa distruzione: siamo la sua arma segreta! Ecco perchè dobbiamo combattere questo nemico stando a casa. Non dobbiamo dargli modo di proseguire il suo viaggio, diventando noi per lui un bersaglio altrettanto invisibile.
Spero che i buoni propositi di tutti, una volta debellato questo Virus nemico del umanità intera, ci dia la consapevolezza che l'uomo può essere si in grado di vincere le grandi guerre, ma come allora si troverà sempre in estrema  difficoltà a combattere le guerriglie, contro un nemico invisibile. Ecco perchè ora la nostra controffensiva deve essere quella di nasconderci, essere furtivi, per non dare modo a questo "Essere" di espandersi, di nutrirsi di noi ,costringendolo a  morire di fame! Se tutti faremo il nostro dovere, aiuteremo la Sanità a vedere la luce in fondo al tunnel che si è creato durante il  percorso di un eroico impegno contro questo male oscuro e nel tentativo estremo di curare i feriti di questa assurda e incognita guerra di solitudine e desolazione.

Amedeo
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